Recovery, no all’elenco della spesa puntiamo su energia green e sanità
Repubblica Genova di lunedì 18 gennaio 2021
di Minella Massimo
«Recovery, no all’elenco della spesa puntiamo su energia green e sanità. Il tema dell’idrogeno non è solo in grado di dare risposte al futuro di Cornigliano, ma può essere declinato nell’economia del mare, per i green port. L’occasione del Recovery Plan è irripetibile, spiega Armando Sanna, vicepresidente del Consiglio Regionale, Pd. «Proprio per questo l’elenco infinito del presidente Toti non dà nessuna idea di sviluppo della regione, mentre serve un piano articolato e che abbracci anche settori di cui finora si è parlato pochissimo». Dall’Europa, attraverso il programma Next Generation Eu, sono in arrivo 209 miliardi in sei anni, ma proprio per questo è necessario grande capacità di selezione non una lunga lista «che dà l’impressione di essere stata fatta per accontentare ogni tipo di richiesta, salvo poi allargare le braccia quando ovviamente non ci sarà spazio per tutti».
E invece, Sanna, secondo lei qual è il modo per procedere di fronte a questa partita?
«Se partiamo da un dato oggettivo, il Fatto di dover spendere i soldi entro 112026, allora capiamo che ci sono progetti che vanno ben al di là di questa data, come il raddoppio della ferrovia a Ponente».
Scusi, ma non va finanziato secondo lei il raddoppio?
«Ma certo che va finanziato, ma con altri strumenti, perché sappiamo che entro il 2026 non sarebbe pronto. La strategia da adottare è un’altra».
E quale?
«Individuare da subito le opere già finanziate con fondi nazionali e inserite nel piano del Recoverydel governo per spostare le risorse su opere più lunghe da realizzare. In questo modo si possono spostare fondi dal Terzo Valico sul raddoppio e poi chiedere, con le altre regioni del Nord Ovest, il completamento dell’alta velocità su Milano e su Torino».
Parlava all’inizio di occasione irripetibile da sfruttare però per vari ambiti, senza fermarsi alle infrastrutture. A che cosa si riferisce?
«Ci sono temi come ad esempio quello delle energie rinnovabili, che risultano ben poco e che invece potrebbero essere fondamentali, ad esempio, per il rilancio dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano».
In che modo?
«Sfruttando al meglio il dibattito già avviato e che comincia anche a prendere sostanza sull’impiego dell’idrogeno. Ecco io credo che Genova possa dare vita a un cluster di imprese in grado di operare in questo ambito, dando vita a una sorta di Hydrogen Valley, sfruttando al meglio le tante zone industriali abbandonate o territori da sostenere con nuovi progetti. Il tema delle energie rinnovabili, d’altra parte, non è solo in grado di dare risposte al futuro di Cornigliano, ma essere declinato nell’economia del mare, per i green port, con l’elettrificazione delle banchine, e con la nuova diga che pub produrre energia dal moto ondoso o dal vento. E non ci sono solo le energie da fonti rinnovabili su cui insistere».
Che altro? «La sanità, senza dubbio. Il nostro è un territorio disomogeneo, proprio per questo bisogna superare questo problema potenziando le strutture su più livelli. Nel Piano sono previsti tre livelli, casa della comunità, come avvio della cura e dell’assistenza domiciliare, ospedali di comunità, uno ogni 80mila abitanti e per ricoveri di breve durata e strutture ospedaliere più complesse».
yttt6 «Faccio l’esempio della Valpolcevera, oltre 100mila abitanti, che ha necessità di un suo pronto soccorso strutturato e autonomo per coprire anche la Valle Scrivia, con ospedali già esistenti come il Gallino. Qui andiamo a individuare i centri per le case della comunità con equipe altamente specializzate».