Relazione di minoranza – assestamento di Bilancio

Ancora una volta si registra, come sempre Presidente, la mancanza di una prospettiva di medio lungo periodo. La progettazione mancava nel bilancio preventivo e oggi, a consuntivo, possiamo confermarlo nuovamente.

Combattiamo e conviviamo con la pandemia ma non possiamo continuare ad usarla come giustificativo della mancanza di una programmazione economica lungimirante.  Viviamo certamente in una fase storica particolare e delicata, a questa si aggiunge la guerra in Ucraina e la incomprensibile crisi di Governo.  Compito di un governo regionale è quello di mettere in campo azioni concrete per affrontare i prossimi mesi, con una crisi energetica alle porte. Il taglio delle forniture di gas da Mosca prosegue: se le riduzioni dovessero continuare, potrebbe essere messo ulteriormente a rischio il meccanismo degli stoccaggi, ovvero le riserve di gas che serviranno per l’inverno.

In più occasioni noi della minoranza abbiamo cercato di richiamare la sua attenzione sulle diverse misure che potevamo mettere in campo come Regione per favorire una transizione ecologica corretta e stimolare una autosufficienza energetica. Vogliamo ribadire che le comunità energetiche possono aiutare a costruire uno sviluppo sostenibile anche da un punto di vista etico, sociale. All’interno di una comunità energetica, che riduce gli sprechi e ottimizza l’autoconsumo, da un lato l’energia diventa più accessibile e dall’altro possono scattare quei meccanismi solidali propri della comunità che permettono di mitigare efficacemente la povertà. Ecco, questi potevano essere azioni lungimiranti da mettere in cantiere per aiutare il nostro territorio a reagire all’aumento del costo dell’energia.

Sintomo di questo disinteresse è la mancanza di un Piano Energetico regionale aggiornato, l’ultimo è scaduto due anni fa.

Questa però non è l’unica emergenza ambientale che ci troviamo ad affrontare. Dobbiamo ora parlare anche della siccità che sta mettendo a dura prova la nostra regione e le imprese. E’ necessario mettere in campo misure economiche per sostenere le imprese del settore e per evitare drammatiche conseguenze a livello occupazionale e produttivo. Questa emergenza non deve essere vista come un’eccezione ma ci deve insegnare a fare prevenzione. La crisi climatica fa sì che le siccità straordinarie siano sempre più frequenti e ci vorranno anni per tornare alla normalizzazione dei regimi idrici. Per questo come Regione dovremmo raddoppiare i nostri sforzi per mitigarne il più possibile l’impatto.Dobbiamo fare presto ed essere più lungimiranti.

Ormai dobbiamo essere tutti consapevoli del fatto che senza coesione sociale sarà difficile conseguire obiettivi ambientali e di sviluppo. Il raggiungimento di condizioni di lavoro dignitose, uguaglianza di genere, pari, equa e dignitosa retribuzione e l’eliminazione della discriminazione e della povertà devono essere attuate su un piano di parità con la crescita economica in un’economia più intelligente e più verde, che si basi sulla diffusione e l’adeguamento delle competenze e dell’educazione.

Dobbiamo quindi intervenire subito da ora, prima che la crisi si acuisca e i costi li paghino sempre le fasce della popolazione più debole. 

Nella sua relazione Presidente parla dell’anno 2021: l’anno della ripresa post pandemia che vale anche per la Liguria con l’aumento dei livelli occupazionali. Ma siamo sicuri di poter definire questa occupazione come stabile? Soprattutto a ragione del fatto che andiamo incontro ad una flessione economica. Quindi, quali politiche mettiamo in campo per contrastare questa tendenza? Sono necessari fin da subito politiche attive del lavoro e incentivi per l’occupazione che guardano a tutti i diversi settori produttivi che una terra peculiare e ricca di competenze come la nostra ha.

L’inflazione sarà anch’essa la grande urgenza del Paese, il fardello che pesa sul potere d’acquisto delle famiglie, fa calare la fiducia, ridurre i consumi. È la morsa tra inflazione e salari impoveriti, che erode le buste paga, fa crescere la povertà.

Condizioni di lavoro, crescita economica, uguaglianza e lotta alla povertà sono questioni strettamente interconnesse e che non possono che essere trattate nell’ambito di una piattaforma comune capace di coniugare politiche di sviluppo economico (sempre più verde) capaci di produrre lavoro dignitoso, su un piano di parità di genere e di uguaglianza tra i lavoratori da ovunque essi arrivino.

La Cgil ha presentato un rapporto dal quale emerge una ripresa dell’economia ma anche dei dati allarmanti sulla disoccupazione e sull’invecchiamento della popolazione. Sempre più urgente pensare di sfruttare le opportunità del Pnrr per creare opportunità di lavoro strutturato e non precario e per stringere la forbice socioeconomica e per frenare la fuga dei giovani. 

Desidero tornare su un punto che già avevo affrontato nella precedente relazione: l’edilizia scolastica.

Questa primavera è uscito un dato preoccupante sulla nostra regione: si registra una percentuale di edifici vetusti del 37,5% , quando il dato nazionale è 17,8%.

Investire su questa grande infrastruttura, l’edilizia scolastica, potrebbe contribuire in modo considerevole anche ad una ripartenza del comparto edile e, a medio termine, ad un recupero di parte delle risorse investite nell’efficientamento energetico, con risparmi considerevoli dei consumi energetici delle scuole.

Con l’allentamento dei limiti di spesa nel patto di stabilità per gli enti locali in materia di edilizia scolastica; lo snellimento di alcune procedure burocratiche per l’utilizzo dei fondi; l’istituzione di una cabina di regia politica con il rilancio dell’Osservatorio dell’Edilizia scolastica e all’interno della Conferenza Stato-Regioni, serve più attenzione e lavoro su questo tema poiché è uno dei settori più strategici della nostra vita sociale: esigenze delle nuove generazione. Eppure noi come Regione ci siamo fatti sfuggire per questo punto fondi del PNRR dell Bando Nuove Scuole.

Ora arriviamo al tema della sanità.

La situazione della Sanità ligure è molto difficile e complessa. Proviamo a mettere a sistema tre fattori delle specificità della nostra regione

Il progressivo invecchiamento della popolazione, comporta un costante incremento delle cronicità, delle fragilità, delle disabilità e di complessità clinica sulla singola persona. L’innovazione tecnologica spinge ad una maggiore spesa e all’acquisizioni di nuove competenze. Infine la carenza di personale comporta da una parte la necessità di una redistribuzione coerente con le effettive esigenze della popolazione e dall’altra la valorizzazione delle peculiari competenze delle specifiche professionalità sanitarie e socio-sanitarie.

Come Regione, viste le premesse che ho sopra citato, dovremo privilegiare e investire su una forte rete territoriale sviluppando al massimo la prevenzione e l’integrazione socio-sanitaria integrandola con un sistema ospedaliero rinnovato nella missione, nella struttura e nei modelli di assistenza. Il tutto guidato da una visione unitaria di sistema e regolato da collegamenti.

Voi continuate a compiere scelte di fondo diametralmente opposte, cioè privilegiate una risposta ospedalo-centrica e residenziale con una forte vocazione verso il privato, del tutto inadeguata alle sfide e ai bisogni, avviando un progressivo smantellamento dell’assistenza territoriale.

   Questa politica sanitaria ha portato a esiti scontati: livelli di offerta inferiori alla domanda e percepiti di bassa qualità, costi elevati con disavanzi crescenti nonostante l’aumento delle tasse regionali, fughe non solo dei pazienti ma anche delle eccellenze professionali, liste d’attesa infinite.

   Su questo scenario fallimentare ha impattato in modo tragico, come era prevedibile, la pandemia: l’abbandono delle attività territoriali ha aggiunto ulteriori criticità proprio nel momento in cui emergeva a livello della comunità il bisogno di una medicina territoriale, di prossimità.

Le gravi carenze di personale sanitario, (medici, infermieri, psicologi in particolare) sono ancora oggi fra gli aspetti più critici. I tempi delle procedure di assunzioni e l’assenza di qualsiasi programmazione nel campo della formazione hanno prodotto una significativa contrazione dell’offerta da parte di diverse specialità, con una grave difficoltà nel garantire la piena copertura dei turni di lavoro e il pieno utilizzo delle apparecchiature complesse.

Le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi e la caduta del governo avranno effetti sulle riforme e in generale sugli obiettivi a cui i ministeri hanno lavorato nell’ultimo anno e mezzo. I programmi e le scadenze sono particolarmente importanti in questa fase.

In questo momento delicato i soggetti attuatori, come lo sono le Regioni, dovranno fare uno sforzo maggiore. Essi sono infatti responsabili della realizzazione operativa dei progetti e dei connessi adempimenti di monitoraggio, rendicontazione e controllo. Sono tenuti alla rilevazione continua, costante e tempestiva dei dati dei progetti finanziati, delle informazioni inerenti alle procedure di affidamento, degli avanzamenti fisici, procedurali e finanziari.

Qua in Liguria siamo i primi testimoni di quanto sia importante il monitoraggio di opere legate al PNRR: parlo ovviamente della nuova Diga foranea.

La realizzazione di una nuova diga permetterà ai grandi investimenti in corso su infrastrutturazione ferroviaria e stradale di realizzare pienamente la propria efficacia, perché a un aumento della capacità della rete corrisponderà un incremento della domanda di traffici. Questo potrà portare con sé occasioni di sviluppo per il territorio, da qui l’importanza di “farla bene”.

Chiediamo quindi che venga ricostituita la Commissione apposita: la scadenza del 2026 è orami dietro all’angolo e non possiamo più permetterci di inciamparci come è appena avvenuto.

Non ci sono solo i fondi del PNRR da spendere (bene) ma anche i fondi comunitari. Il nostro stato di avanzamento finanziario dei progetti europei in Liguria è sotto la media delle Regioni italiane più sviluppate. La stessa Corte del Conti ci dice proprio (cito testualmente) “o vengono progettate opere impossibili da realizzare, oppure non si fa un monitoraggio adeguato”.

Continuiamo a rimanere fermi negli investimenti in qualsiasi settore, perfino per i più fragili: Regione Liguria è ultima per l’uso dei fondi previsti nel decreto “Rilancio” 2020 e destinati al sostegno di strutture per persone disabili. 

In Conclusione abbiamo presentato una serie di emendamenti, per cercare di correggere al meglio l’impostazione dell’Assestamento.

Non abbiamo più tempo, le scadenze ormai sono dietro all’angolo.